Centralino 051.338411 - Lun-Sab 8-20 direzione@villabaruzziana.it

PSICHIATRIA A BOLOGNA VILLA BARUZZIANA

OSPEDALE PRIVATO ACCREDITATO

Chi siamo

Villa Baruzziana è un ospedale privato accreditato a Bologna che offre percorsi completi di diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi psichiatrici.
I ricoveri convenzionati sono gestiti dalla Cabina di Regia AUSL di Bologna, mentre i ricoveri privati garantiscono accesso rapido e massima riservatezza.

U

Cos’è la psichiatria

La psichiatria è la disciplina medica che si occupa di diagnosticare, prevenire e trattare i disturbi mentali.
La presa in carico avviene con analisi dei sintomi, colloqui clinici, check-up medici e strumenti psicodiagnostici.

Percorsi terapeutici

Le terapie integrano farmacoterapia, psicoterapia individuale o di gruppo e riabilitazione psicosociale.
L’obiettivo è costruire un percorso terapeutico personalizzato ed efficace.

L’équipe

Il reparto è composto da psichiatri, psicologi, infermieri, OSS ed educatori.
Un approccio integrato consente di affrontare sia i sintomi clinici sia gli aspetti relazionali e sociali, coinvolgendo anche la famiglia.

Dimissioni e continuità

Al termine del ricovero viene predisposto un piano di dimissione, in collaborazione con i Centri di Salute Mentale territoriali, per garantire continuità terapeutica e ridurre il rischio di ricadute.

Come Accedere a un ricovero

I ricoveri convenzionati si attivano tramite la Cabina di Regia AUSL Bologna, su segnalazione dei Centri di Salute Mentale o del medico curante.
I ricoveri privati si richiedono contattando direttamente l’ufficio prenotazioni di Villa Baruzziana.

FAQ

👥 Chi decide i ricoveri in convenzione?

La Cabina di Regia AUSL di Bologna assegna i posti letto disponibili, coordinando i servizi territoriali e ospedalieri

🔑 È possibile accedere a ricoveri privati?

Sì, attivandoli direttamente con Villa Baruzziana, con tempi rapidi e riservatezza garantita.

PATOLOGIE TRATTATE

Schizofrenia

La schizofrenia è una malattia cronica, invalidante, che colpisce il cervello. L’individuo affetto da schizofrenia può sentire voci che gli altri non sentono, è convinto che gli altri siano in grado di leggere i suoi pensieri o che addirittura complottino di fargli del male; questo può spaventare in maniera pesante il soggetto e può renderlo particolarmente agitato.

L’individuo schizofrenico può fare discorsi senza senso, può stare seduto per ore senza muoversi né parlare e altro ancora. Generalmente molte tra le persone affette da schizofrenia fanno fatica a trovare un lavoro e a prendersi cura di loro stesse, tanto da dover dipendere dagli altri.

Schizofrenia deriva dal greco e significa mente separata, intendendo una separazione dalla realtà. Infatti la malattia interferisce con la capacità dell’individuo di riconoscere la realtà e di gestire le proprie emozioni. Non solo, questa malattia purtroppo influenza anche alcune delle funzioni più evolute dell’essere umano, come ad esempio la percezione, la memoria, l’attenzione, l’apprendimento e le emozioni.

Disturbi personalità

I disturbi di personalità interessano la fascia di età adolescenziale e giovanile e l’esordio di tali disturbi è spesso caratterizzato da comportamenti che deviano dalla norma e che si definiscono afinalistici, autolesivi, autodistruttivi. La diagnosi di un disturbo di personalità è descrittiva e le diverse forme sintomatiche si differenziano per la qualità del sintomo predominante. Il giovane paziente ha problemi relazionali e tende ad allontanarsi dal contesto sociale.

Il pensiero si fissa su alcuni temi che diventano predominanti e provocano ansia cronica. Il disturbo borderline di personalità, che è il più rappresentativo, è caratterizzato da fragilità identitaria, alienazione, angoscia e perdita soggettiva di punti di riferimento. È frequente l’uso di droghe, di alcool e i tentativi di suicidio.

I disturbi di personalità non sono ereditari o genetici ma sono legati a vissuti traumatici del soggetto rispetto all’esperienza della crescita e dell’incontro con le dimensioni relazionale e sociale. È complesso spiegare perché un adolescente esprima il suo disagio con sintomi come quelli descritti e non semplicemente parlandone, dialogando con i genitori o con gli insegnanti. Tuttavia il senso di questo disagio, che sfugge ai meccanismi razionali, rende conto dell’unica strada che trova per esprimersi e dell’intensa sofferenza morale cui si accompagna.

Disturbi dell' alimentazione

I disturbi dell’alimentazione (DA) sono strettamente intercorrelati tra loro dalla presenza di un anomalo rapporto con il cibo, da un eccesso di preoccupazione per la forma fisica, da un’alterata percezione dell’immagine corporea e da una stretta correlazione tra tutti questi fattori e i livelli di autostima, ma con caratteristiche cliniche e psicopatologiche differenti.

Il peso, tuttavia, non è un marcatore clinico imprescindibile di disturbi del comportamento alimentare, perché anche persone di peso corporeo normale possono essere affette dalla patologia.

I DA, se non trattati in tempi e con metodi adeguati, possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte. All’anoressia nervosa è collegata una mortalità 5-10 volte maggiore di quella di persone sane della stessa età e sesso.

Attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica, visto che per l’anoressia e per la bulimia, negli ultimi decenni, c’è stato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi prima del menarca, fino a casi di bambine di 8-9 anni.

La patologia non riguarda più solo gli adolescenti, ma va a colpire anche bambini in età prepubere, con conseguenze molto più gravi sul corpo e sulla mente. Un esordio precoce può infatti comportare un rischio maggiore di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale.

Data la loro complessità, l’intervento precoce riveste un’importanza particolare; è essenziale una grande collaborazione tra figure professionali con differenti specializzazioni (sichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna), ai fini di una diagnosi precoce, di una tempestiva presa in carico all’interno di un percorso multidisciplinare e di un miglioramento dell’evoluzione a lungo termine.

Depressione

Depressione è un termine generico che viene utilizzato per indicare l’insieme di quei disturbi la cui caratteristica comune è la presenza di umore triste, senso di vuoto o irritabilità, accompagnato da modificazioni fisiche, fisiologiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo.

L’episodio depressivo non coincide con la diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore (o depressione maggiore), perché molte persone possono avere oscillazioni del tono dell’umore, più o meno marcate, fino ad arrivare al vero e proprio disturbo bipolare, di cui la depressione può essere solo un sintomo, anche se solitamente è quello più sgradito al soggetto, che chiede aiuto in queste fasi.

La depressione è due volte più comune nelle femmine adolescenti e adulte che nei maschi adolescenti e adulti. Nei bambini, maschi e femmine sono ugualmente affetti.

Il disturbo depressivo può esordire ad ogni età, con un’età media di esordio intorno ai 25 anni. Alcuni disturbi hanno episodi di depressione maggiore isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno gruppi di episodi, e altri ancora hanno episodi sempre più frequenti con l’aumentare dell’età.

Stati ansiosi e crisi di panico

Un fulmine a ciel sereno. All’improvviso e, senza apparente motivo, si scatena un uragano di sensazioni: palpitazioni galoppanti, col cuore che batte all’impazzata, tremori, dispnea, sensazione di soffocamento, dolore al petto, formicolio o torpore in qualche distretto corporeo, sudorazione fredda, brividi, vampate di calore, vertigini, nausea, sensazione di vuoto alla testa e di sbandamento, senso di svenimento, derealizzazione (cioè: senso di perdita del contatto con la realtà), depersonalizzazione (cioè: senso di perdita del contatto con se stessi), paura di perdere il controllo o di impazzire, sensazione di stare per morire. Questo è l’Attacco di panico .
Spesso la persona che ne è colpita prova a “gestirlo” mettendo in atto una serie di comportamenti protettivi (ad esempio, inizia a respirare molto rapidamente), che nella maggior parte dei casi peggiorano la situazione amplificando le sensazioni del panico (l’iperventilazione, ad esempio, può aggravare le sensazioni di vertigine, disorientamento e confusione).

Disturbo ossessivo compulsivo

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che innescano ansia e “obbligano” la persona ad attuare azioni ripetitive materiali o mentali. Talvolta vengono dette anche erroneamente manie o fissazioni. Come il nome lascia intendere, il disturbo ossessivo compulsivo prevede l’esistenza di sintomi quali ossessioni e compulsioni. Almeno l’80% dei pazienti ossessivi ha ossessioni e compulsioni, meno del 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni.

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi intrusivi e ripetitivi, percepiti come incontrollabili da chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come disturbanti e solitamente giudicate come infondate o eccessive. Coloro che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo possono temere oltremodo lo sporco, i germi e/o le sostanze disgustose; possono essere terrorizzati di procurare inavvertitamente danni a sé o ad altri (di qualunque natura: di salute, economici, emotivi, ecc.), di poter perdere il controllo dei propri impulsi diventando aggressivi, perversi, autolesivi, ecc.;

Possono avere dubbi persistenti rispetto al sentimento che nutrono verso il partner o rispetto al proprio orientamento sessuale, anche se solitamente riconoscono che tutto ciò non è giustificato. Le ossessioni del disturbo ossessivo-compulsivo attivano emozioni sgradevoli e molto intense, quali paura, disgusto, colpa, con il conseguente bisogno di fare il possibile per rassicurarsi e gestire il proprio disagio.

Le compulsioni tipiche del disturbo ossessivo compulsivo, dette anche cerimoniali o rituali, sono comportamenti ripetitivi (come controllare, lavare/lavarsi, ordinare, ecc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule, contare) finalizzati a contenere il disagio emotivo provocato dai pensieri e dagli impulsi che caratterizzano le ossessioni sopra descritte. Le compulsioni diventano facilmente rigide regole di comportamento e sono decisamente eccessive, talvolta bizzarre agli occhi degli osservatori.

ATTIVITA’ DI SUPPORTO

Attività Riabilitative

All’interno della Casa di Cura sono attivi i gruppi di:

  • Consambevolezza
  • Movimento Qi-Gong
  • Arte terapia.

Sono incontri terapeutici dove ci si conosce e si lavora insieme in un clima di ascolto, accoglienza e libera espressione. Nei gruppi oltre alla parola si utilizza il movimento o la espressione grafica per esprimere le proprie sensazioni, le proprie emozioni ed i propri pensieri e per esplorare nuove possibilità di star meglio con sé stessi e con gli altri. Ogni paziente, a giudizio del suo medico curante, ha la possibilità di partecipare ai gruppi.

L’equipe dei curanti ritiene che la partecipazione regolare e continuativa ad almeno dieci incontri sia utile integrazione dei trattamenti farmacologici che nel corso del ricovero vengono offerti. Al termine dell’esperienza viene proposto un questionario di valutazione.